Madonna dei Campi, la veglia con il vescovo: «Il santuario, un luogo per ritrovare Dio»

«Ogni santuario può raccontare infinite storie degli uomini. Oggi più di ieri il santuario è l’approdo di tante persone smarrite o che hanno smarrito la fede. Questo approdo può far scoprire o ritrovare Dio». Sono le parole del vescovo Francesco Beschi, la sera di giovedì 1° luglio, durante la Veglia diocesana «La notte dei santuari», con l’apertura della «Porta della Speranza», svoltasi all’aperto al santuario della Madonna dei Campi a Stezzano. C’erano anche i vescovi emeriti Gaetano Bonicelli e Giuseppe Merisi che risiedono nella vicina casa del clero. La Veglia — guidata da don Gianluca Salvi, direttore dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi — si è inserita nel progetto «Ora viene il bello» proposto dalla Conferenza episcopale italiana come segno di speranza nella ripartenza dopo la tempesta della pandemia. La Veglia è iniziata con l’accensione e la benedizione del fuoco. Un gesto per indicare il tempo della speranza dopo i drammi della pandemia. Una speranza per la ripartenza che è stata la protagonista della Veglia.

LE TESTIMONIANZE

Successivamente, preceduto dal video con la famosa canzone «Rinascerò rinascerai» di Roby Facchinetti composta per dare speranza al territorio bergamasco pesantemente colpito dal covid, sono state ascoltate le testimonianze molto intense di esperienze durante il covid. La prima quella di Silvia, tredicenne di Pedrengo, una dei premiati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per essersi distinta nell’aiutare il prossimo. Questo prossimo era un suo compagno di classe disabile, che si era isolato dopo la morte del padre. Così gli portava dei biscotti, un sorriso e via social anche una vicinanza continua. Attraverso poesie da lui composte, l’infermiere Raffaele, colpito e guarito dal covid, ha ripercorso momenti e sentimenti provati quando era in prima linea nei reparti di terapia intensiva, stando accanto ai malati soli e alla morte sempre incombente. Don Daniele Bravo, cappellano dell’ospedale di Alzano Lombardo, ha ricordato le sue giornate trascorse portando conforto ai malati e al personale medico-infermieristico. «Questa è stata la mia testimonianza di speranza e di rinascita, che significa anche restare in comunione con Dio». A loro il vescovo ha donato il suo libro «La pandemia del dolore e la speranza», che raccoglie i suoi scritti e riflessioni durante i momenti drammatici del covid.

LE PAROLE DEL VESCOVO

Dopo il Vangelo, le riflessioni del vescovo Beschi. «Mentre ascoltavo le testimonianze, pensavo che il libro è la forma più adatta di un santuario. Sì, perché il santuario nasce attorno a una storia e continua a raccontarla dopo secoli mantenendola sempre viva. Il santuario a forma di libro ci dice la Parola di Dio, racconta la sua storia, ma raccoglie infinite storie. Anche soltanto questo santuario può raccontare tante storie preziosissime agli occhi di Dio e degli uomini». Il santuario è luogo di devozione. «Essa — ha proseguito il vescovo — si nutre di infinite storie degli uomini, che spesso, anche senza parlare, preferiscono raccontarle a Dio invece che agli uomini. Oggi più di ieri il santuario è l’approdo di tante persone che ne hanno sentito raccontare la storia, oppure sono smarrite o hanno smarrito la fede. Così possono scoprire o ritrovare Dio». Monsignor Beschi ha ricordato il significato della Veglia proposta dalla Cei. «La gente vuole tornare a camminare. Nella “Notte dei santuari” ci mettiamo in cammino e la Chiesa italiana si unisce al cammino. Papa Francesco ha scritto che i santuari sono luoghi di nuova evangelizzazione. I santuari, con la preghiera condivisa e lo stare insieme, aprono la porta della speranza».

Il vescovo si è infine avvicinato al santuario aprendo la «Porta della Speranza», che resterà aperta fino al 17 settembre prossimo, con la possibilità di lucrare, a determinate condizioni, l’indulgenza plenaria a chi la varcherà. Il vescovo è quindi entrato nel santuario e ha posto una lampada con la fiamma accesa e un bouquet di fiori davanti al simulacro dell’Apparizione. La Veglia è proseguita con la recita del Rosario a mezzanotte e l’adorazione eucaristica fino alle 6 del giorno successivo per concludersi con le Lodi e la Messa. Ogni santuario della nostra diocesi potrà proporre analoga iniziativa.