Che cos’è la felicità? “Imparare ad andare controcorrente, apprezzare le piccole cose”

Cara suor Chiara,

A volte parlando con le amiche ho l’impressione che la nostra società oggi consideri la felicità personale come un diritto che supera qualsiasi valore o necessità collettiva. Lei che cosa ne pensa, che cos’è per lei la felicità? È davvero tale se per raggiungerla in qualche modo si fa “pagare un prezzo” ad altri, dal punto di vista professionale o umano?

Beatrice

Cara Beatrice, siamo in un tempo in cui si parla tanto di libertà e di diritti, un po’ meno di doveri e di responsabilità personali ma anche sociali, dimenticando che non viviamo isolati, siamo sempre persone in relazione. Uno di questi diritti tanto proclamati, ma forse mai raggiunti, è proprio quello della felicità ad ogni costo.

Ma di quale felicità si parla? La nostra società propone modelli di vita basati sull’esteriorità, il consumo, il successo e il potere, offrendo immagini di donne e uomini “perfetti”, realizzati secondo logiche mondane.

Non stupiamoci se il livello di competitività nell’ambito lavorativo e nel quotidiano è molto alto e, come tu dichiari, la corsa al successo e al potere, piccolo o grande, è intrapresa pagando un prezzo costoso: bisogna avere l’ultimo modello di cellulare, l’abito firmato o l’automobile più in voga per appartenere ad un certo ceto sociale.

Le radici della gioia e il desiderio di pace

Il nostro “io” deve affermarsi sempre, a scapito di un “noi” che viene emarginato, relegato nelle periferie esistenziali del nostro tempo. Purtroppo la realtà è assai più complessa e confusa, e la crisi sociale e familiare ce lo dimostra: il tasso elevato di violenza e aggressività, come il disagio giovanile, ci devono interpellare.

La felicità non si realizza concentrarsi solo su di sé, vivendo solo al presente, sempre fuori dal centro profondo di sé stessi, ma si compie in un cammino controcorrente faticoso, magari anche impopolare, che realizza il desiderio profondo a cui il cuore anela.

La vera gioia non nasce dall’ ebrezza di un momento, dall’accumulo di tanti beni, ma dall’aver radicato il cuore in un ideale grande da perseguire o in “Qualcuno” che ci ama gratuitamente, senza alcun merito, che appaga il desiderio profondo di pace, di sentirci accettati, compresi e amati per quello che siamo e non per quello che dovremmo essere. 

Felicità non è vivere in un mondo fittizio e senza problemi

È aver scoperto il segreto della felicità autentica che dimora in fondo al cuore ed ha la sua sorgente nell’amore di Dio. La via non sta tanto fuori di noi ma dentro la nostra anima, dove abita il Signore della vita, che ci ama come figli e ci vuole protagonisti nella costruzione di un’esistenza personale e sociale secondo il suo Vangelo.

Non è vivere in un mondo fittizio e senza problemi, ma abitare la vita come si presenta senza temere, perché siamo portati in palmo dalle mani di Dio. Significa celebrare i successi, ma anche imparare dagli insuccessi e dai fallimenti, vivere relazioni ricche affettivamente, ma anche delusioni e purtroppo anche tradimenti; sentirsi amati e apprezzati, ma anche messi ai margini; vivere il tempo della gioia, ma anche quello dell’aridità e del non senso; ricominciare ogni volta che si sbaglia e saper chiedere scusa, saper perdonare, saper ringraziare…smettere di sentirsi vittime per divenire protagonisti della propria vita: è amare la vita e ringraziare, all’alba di ogni nuovo giorno, per questo dono che riceviamo dal Padre delle misericordie.

Imparare ad apprezzare le piccole cose

La felicità si compie imparando ad apprezzare le piccole cose, le gioie quotidiane, i sorrisi offerti, le strette di mano, la fedeltà nell’amare, la gratuità di un servizio o di una parola buona. Forse ti presento una felicità a basso prezzo? No, è una felicità a caro prezzo perché, per averla, occorre un grande coraggio e una certa fortezza interiore: si tratta di educare il nostro io ambizioso e superficiale che ci illude orientandoci alle cose grandi, per poi ritrovarci vuoti e poveri. La via alla felicità ce l’ha mostrata il Signore ed è una strada percorribile, non molto affollata, ma sicura:” Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, chi perderà la vita per me, la salverà”.

Buon cammino!