Un fondo per risarcire le vittime di crimini di guerra e contro l’umanità ai tempi del nazismo

Veduta del Stammlager II A Neubrandenburg
Veduta del Stammlager II A Neubrandenburg

Un Fondo di 55,4 milioni di euro, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, come risarcimento delle vittime dei nazisti.

Questa misura, resa possibile dalle risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), è stata istituita per legge lo scorso 30 aprile per «il ristoro dei danni subìti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti, sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani, dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945», come forma di continuità rispetto al precedente accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica federale di Germania (reso esecutivo nel 1962).

Previsto, in tal senso, uno stanziamento di 20 milioni per il 2023 e di circa 11 milioni annui per 2024, 2025 e 2026. L’accesso al Fondo non spetta solo ai reduci (oggi sempre di meno) ma anche ai loro discendenti, purché siano già in possesso di una sentenza che testimonia l’accertamento e la dovuta liquidazione dei danni.

Nella Bergamasca si stima che l’iniziativa potrebbe interessare almeno 30 mila famiglie, tante quanti sono i deportati orobici nei campi di sterminio e lavoro nazisti (di questi 30 mila, in circa 1500 non sono più tornati a casa, morti durante la deportazione o l’internamento). Per richiedere il ristoro c’è tempo fino al prossimo 27 ottobre, ovvero 180 giorni dopo il 30 aprile scorso (inizialmente era stato posto il limite di 30 giorni).

Rivolgersi ad un avvocato o al sindaco del proprio Comune sono le piste suggerite dalle associazioni competenti (impegnate affinché tutti siano a conoscenza del Fondo e siano messi nelle condizioni di accedervi) per quanti hanno bisogno di recuperare i documenti che attestano l’internamento ma anche per coloro che non hanno in mano una sentenza, nonostante il loro caro abbia già ricevuto la medaglia d’onore, la decorazione destinata ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti.