Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Umile per scelta, umile per dono

Nella mia comunità
Signore aiutami ad amare,
ad essere come il filo
di un vestito.
Esso tiene insieme
i vari pezzi
e nessuno lo vede se non il sarto
che ce l’ha messo.
Tu Signore mio sarto,
sarto della comunità,
rendimi capace di
essere nel mondo
servendo con umiltà,
perché se il filo si vede tutto è
riuscito male.
Rendimi amore in questa
tua Chiesa, perché
è l’amore che tiene
insieme i vari pezzi.
Madeleine Delbrel, Il filo del vestito.

Mentre navigavo su internet mi sono imbattuto in alcuni scritti di Madeleine Delbrêl (1904-1964). La Delbrel, per chi non la conoscesse, non solo è stata una grande  poetessa francese del Novecento, ma è stata anche una donna attiva nel sociale capace  di instaurare legami di fraternità con tutti, anche con chi, come i comunisti francesi che vivevano nel suo stesso quartiere, le erano distanti in quanto a idee e principi. Tra le tante poesie ne ho trovata una che è anche una preghiera, intitolata il filo del vestito. 

Il testo di questa poesia/preghiera mi ha colpito perché è una grande richiesta a Dio del dono dell’umiltà . L’umiltà  oggi sembrerebbe essere una virtù bizzarra o perlomeno  fuori moda, visto che nel 2022  l’homo-social trascorre gran parte del  tempo a soddisfare il proprio ego,  studiando strategie per costruire  un’immagine di sé che “spacchi” ed emerga su tutte le altre. Quindi che posto potrebbe avere l’umiltà nel mondo di  chi è intento ad illuminare se stesso?  Eppure, l’homo-social,quando scorge in alcuni frangenti della propria vita  delle persone  umili, ne può  restare ancora affascinato.  Si rende conto che quelle persone strane, per il fatto di  non correre dietro alla propria autoaffermazione,  nel loro silenzioso operare costruiscono davvero qualcosa che dura, che  la loro vita è  bella, ben spesa, intessuta di amore per i fratelli.   Si può ben vedere come In questo modo l’umile sia un invisibile che illumina gli altri e tenga così unito il mondo.  L’homo-social di fronte  a questa testimonianza di vita, se non è del tutto obnubilato dalle  proprie ambizioni,   è assetato, sente il desiderio  di una vita piena, ma sa che essa richiede di rinunciare alle sirene  del successo, del riconoscimento, dell’autoaffermazione, richiede che i fari siano  puntati non su di sé, ma sull’amore. Cambierà vita l’homo-social o resterà uguale a sé stesso?  Nessuno può saperlo all’infuori di chi è chiamato a scegliere. La Delbrêl, sebbene sia vissuta prima dell’epoca dei social,  è una donna che si è lasciata abbracciare dall’amore umile, prossimo e fraterno, cercando di farne uno stile di vita.  Giorno dopo giorno ha scoperto in questo modo di vivere l’immagine di Cristo, l’Umile che si affida agli umili  per portare a compimento il suo disegno d’amore. Tale scoperta  le  ha riempito di senso la vita  e l’ha cambiata radicalmente, tant’è vero che all’età di 24 anni abbandona l’ateismo.  Resta però estremamente facile per ogni uomo tornare a ricercare la propria autoaffermazione: ecco perché è necessario tornare ogni giorno a chiedere il dono dell’umiltà.