Il turbine di settembre e la capacità di lasciare andare

Ero giunta al varco carica a molla: da settembre mi iscrivo in piscina e ci vado in pausa pranzo. Da settembre riprendo in mano un po’ di libri. Da settembre imparo a gestire il lavoro in modo lucido e organizzato. Da settembre mi faccio pure un nuovo taglio di capelli. Da settembre rivedo amici che non incontro da una vita e trovo un po’ di tempo per me stessa.

Siamo arrivati a metà mese (di già?!) e niente. “Colpa della scuola, che non è ancora nemmeno ripartita a tempo pieno, come faccio a far qualcosa se devo preparare il pranzo ai bimbi e lavorare il pomeriggio con loro addosso?”, mi giustifico ogni tanto. Ma no, la scusa regge poco. Se davvero lo vuoi lo fai, mi insegnano le persone sagge. Io so solo che nei rari attimi nei quali mi concedo di non pensare a ciò che “devo” fare ma a ciò che “vorrei” fare barcollo. Tutto e niente, mille idee, nessuna azione. E torno al dovere rimandando l’impresa di ascoltare i miei bisogni, con in più l’aggravante di sentirmi in colpa.

“Colpa di mia madre, che mi ripeteva sempre che prima viene il dovere e poi il piacere”, mi dico. No. Colpa mia. Colpa del mio voler arrivare ovunque, del mio sentirmi responsabile di tutto ciò che accede ai miei figli e al mondo che mi circonda. Ma guarda un po’ il caso, proprio ieri mi è capitato sotto gli occhi un libro che mi fu regalato una decina d’anni fa. Di quei libri che ti fanno guardare attorno con nuovi sguardi lasciandoti suggestioni addosso, un libro che ti dice una cosa semplicissima: “il mondo va avanti anche senza di te”. E la cosa è rassicurante.

“Niente ti è richiesto: solo di essere sciolto e naturale, di essere te stesso, di lasciare che le cose succedano. Il mondo va avanti anche senza di te: i fiumi scorrono verso il mare, le stelle si muovono nel cielo, il sole sorge al mattino, le stagioni si succedono, gli alberi crescono, mettono fiori e foglie, poi invecchiano e muoiono. Tutto va avanti senza di te. Non sei capace di lasciarti in pace, di restare sciolto e naturale e di farti trasportare dal tutto?”.

Con la vita che facciamo no, io non ne sono capace. Forse è impossibile, esserne capaci. Però mi piace ricordarmelo. A volte davvero basta solo lasciare andare. Le cose si sistemano, i bisogni trovano risposte, i sensi di colpa si placano.