Catechisti, le nuove sfide per incontrare i ragazzi: “La fede aiuta a compiere le scelte migliori per la vita”

Erano quasi 200 i catechisti delle medie, provenienti da tante parrocchie della Diocesi di Bergamo, che si sono ritrovati sabato 3 febbraio in Seminario, per una mattinata di riflessione e lavoro proposta dall’Équipe vocazionale.

L’incontro ha permesso di riflettere sulle proposte in atto, a partire dalla riflessione sul tema della vocazione con un risvolto ampio.

Dopo l’introduzione del vicerettore del Seminario don Fabio Pesenti, il nuovo direttore dell’Ufficio catechistico don Gianluca Brescianini ha consegnato tre verbi per vivere la mattinata: “Innanzitutto condividere, per mettere in comune la passione che abbiamo per i ragazzi e la passione di raccontare il Vangelo a chi incontriamo. Poi conoscere, perché è importante conoscerci tra di noi, ascoltarci e conoscere anche le iniziative già presenti. Infine, riflettere e scommettere: su un tema, la scelta e la vocazione, che riteniamo interessante per i ragazzi”.

Una via per arrivare al cuore dei ragazzi

Don Mattia Magoni ha introdotto la proposta della giornata proponendo di “esplorare un’altra via per arrivare al cuore dei ragazzi”.

Ha spiegato, infatti, come sia fondamentale indagare le storie che i ragazzi ascoltano. “In ogni epoca, a tutte le latitudini, l’uomo racconta delle storie, perde del tempo per racconti di fantasia. L’eroe delle storie è la figura ideale di una società per dire che uno ce l’ha fatta. Guardando le storie, si capisce così il modello di umanità e di pienezza a cui aspira”.

Ha approfondito il ruolo che ha avuto la storia di Pinocchio dalla fine dell’800, per un secolo: un bambino che diventa grande con l’impegno, seguendo dei buoni consigli, a volte sentendosi asino e percependo di affogare.

“Poi le storie sono cambiate – ha ripreso don Magoni -. Netflix oggi propone storie senza eroe, con uomini e donne normali che vivono la vita di tutti. Vengono consacrate così le serie tv, che non finiscono mai. Non c’è una meta, un punto di arrivo, ma va bene tutto. Le storie hanno smesso di essere vettore di trasformazione. Sono sintomo di una società che si aspetta poco dai ragazzi: dal nostro modo di raccontare la vita è sparita l’idea di un orizzonte di pienezza”.

Raccontare la fede a partire dalle scelte

A partire da qui don Magoni ha spiegato perché il modello di catechesi consolidato da anni non funzioni più. “La nostra catechesi faceva capire il messaggio della fede declinandolo dentro il tema del sacrificio. Questo era comprensibile perché così funzionava la vita di tutti: l’idea fondamentale era di fare fatica oggi, compiere sacrifici, per ottenere qualcosa dopo.

La vita dei ragazzi funzionava così. Se oggi invece raccontiamo la fede a partire dall’idea di sacrificio, questa non si aggrappa più alla loro esistenza. I ragazzi oggi fanno tante cose, ma non vivono più il sacrificio. Le uniche fatiche che vivono sono il segno di un disfunzionamento nella società”.

Da qui don Magoni, chiarendo che non è tutto finito, ha proposto l’idea di un nuovo appuntamento antropologico, ovvero un’esperienza umana diversa che funzioni come luogo di ritrovo.

“Dobbiamo trovare un’altra esperienza comune alla vita dei ragazzi. Raccontare la fede concentrandosi su peccato, premio e opere meritorie per il Paradiso non funziona più”.

Citando l’esperienza del protagonista di “Novecento” di Baricco e la riflessione del filosofo Umberto Galimberti, ha indicato il nichilismo come condizione propria dei giovani.

“I ragazzi di oggi, a differenza del passato, hanno di fronte a sé una prateria sterminata di possibilità: le strade da poter percorrere si sono moltiplicate, ma non gli è stato consegnato un libretto delle istruzioni. La sfida per la nostra fede è raccontarla a partire dal tema della scelta”.

La proposta del Seminario minore

Qui può giocarsi il nuovo terreno anche per la catechesi. “La fede ha un antidoto per combattere il nichilismo: si chiama vocazione. La vita può essere una freccia che va in una direzione, che non è condannata ad andare avanti a caso. La fede può dare alla vita possibilità di brillare, ti fa trovare un posto dove sei tu in pienezza, dove ti senti a casa”.

Don Magoni ha citato come anche Papa Francesco esorti ad orientare ogni proposta pastorale al discernimento vocazionale e ha ricordato quali sono i cardini su cui è costruita, da 500 anni, la proposta del Seminario minore, per scegliere dentro una prospettiva di fede: l’autonomia, la scuola e lo studio, la vita comune, l’interiorità e la preghiera, lo sport e la musica, l’orizzonte vocazionale.

“Se i ragazzi non si confrontano con un orizzonte vocazionale, con l’idea di un viaggio dell’eroe, perdono tanto: è tardi se lo scoprono a 22 anni”.

I catechisti si sono poi divisi in due gruppi e si sono dedicati ad un momento di silenzio, in cui si sono chiesti personalmente quali sono le pietre che riempiono la propria vita, quali sono le reali priorità e ancora quali quelle ideali che faticano a trovare concretizzazione.

Dalle cene con delitto alla festa di Clackson

A partire da qui sono state consegnate ai catechisti alcune indicazioni concrete, come l’importanza di sottoporre il sentire al discernimento, per distinguere ciò che viene da Dio dalla tentazione, la necessità di dare spazi e tempi di silenzio per ascoltarsi meglio, di porre domande sulla propria felicità e di dare del tempo per rielaborare le esperienze vissute, e ancora di costruire momenti dedicati alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio.

Sono state presentate poi diverse proposte già attive organizzate dal Seminario, come la Giornata del Seminario che viene vissuta in ogni parrocchia, la festa di Clackson (per i chierichetti ma non solo) del prossimo 25 aprile, le “Porte aperte” in Seminario (la possibilità di portare dei gruppi in Seminario per vivere un momento insieme), le Cene con delitto per i ragazzi di terza media e adolescenti, a cui hanno già partecipato circa 2.000 ragazzi, il “Seminary Cre” per gli oratori durante l’estate, gli “Open day vocazionali” per le diverse fasce di età e i “Sicomori” (cinque settimane di vita comune per i ragazzi delle superiori).

È stato anticipato inoltre che nel prossimo mese di novembre si svolgerà una festa dell’orientamento dedicata a tutti i ragazzi di terza media.

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