I mille volti di una regina nell’installazione di Andrea Mastrovito all’abbazia di Fontevraud

Lo spazio di una cattedrale diventa un luogo dove ripercorrere, custodire e reinterpretare la storia nel progetto dell’artista bergamasco Andrea Mastrovito. Un’installazione originale d’arte, di grande impatto estetico, in uno spazio sacro.
A distanza di due anni dalla personale alla Fondation Bullukian di Lione in occasione della
15.ma Biennale, Andrea Mastrovito torna così in Francia addentrandosi nella Loira e
approdando alla famosa Abbazia di Fontevraud. La cittadina nel cuore dell’Aquitania
promuove la Résidence Pantagênet, invitando un artista a proporre un’opera da installare
nel corso dell’estate al centro dell’imponente cattedrale, proprio in prossimità dell’altare.
Andrea Mastrovito ha conquistato la giuria per la terza edizione del 2021, concedendosi una
residenza con tempi più complessi a causa dei problemi legati alla situazione pandemica
internazionale, ma realizzando un’installazione molto suggestiva.
Da un lato, Mastrovito ha pensato ad alcuni esempi straordinari di architetture di cattedrali,
per poi lasciarsi conquistare dal fascino e dall’unicità del pavimento del Duomo di Siena.
Dall’altro, la figura emblematica e controversa di Eleonora di Aquitania, legata a questo
comune francese, ha contribuito alla parte narrativa del ciclo rappresentato.
Attorno all’altare, l’artista realizza un pavimento con la tecnica dell‘intarsio ligneo, un metodo
altamente sofisticato e appartenente alle eccellenze artigiane. Metodo più volte esplorato
nella sua produzione degli ultimi anni, si presta a una rappresentazione figurativa che
consente una significativa ricchezza di dettagli.
La disposizione delle storie narrate attorno all’altare è suddivisa in sei raffigurazioni, di cui tre
alla base, due laterali e una all’apice. Tutto il ciclo è incentrato sulla figura di Eleonora di
Aquitania
, una donna forte ed emblematica ma soprattutto estremamente controversa. Non
sono pervenute fonti certe in merito alle sembianze di questo personaggio storico che ha
regnato, si è opposta alle forze maschili, ha condotto l’esercito, si è sposata due volte, forse
ha abusato del suo potere e distribuito ricchezze in modo inappropriato ed è stata fonte di
grandi discussioni e dibattiti in cui spesso è stata identificata come una figura negativa. Il
mistero attorno al suo aspetto ne ha accresciuto le narrazioni, al punto che le sue
rappresentazioni sono moltissime e completamente diverse.
All’interno di questo contesto si inserisce la riflessione di Andrea Mastrovito, dove Aliénor assume
tutti i volti in cui è stata protagonista, attingendo da tutto l’immaginario possibile: dalle copertine di
testi di saggistica, alle innumerevoli trame dei romanzi, dall’iconografia più infantile e popolare del
mondo Disney alle riprese cinematografiche, alle miniature del XIV secolo, Mastrovito ci restituisce
una regina con mille volti, che si accinge a guardarsi in uno specchio che rimane vuoto senza
restituire alcuna immagine. L’artista lascia quindi che il giudizio, così come accade con la
percezione della realtà, rimanga nell’occhio di chi guarda, fornendo, nella narrazione distribuita
attorno all’altare, una serie di riferimenti alla cultura e alla politica europea – e alle sue ingerenze
che dalle Crociate si ripetono sino ai giorni nostri – di cui Eleonora fu una delle esponenti di spicco
dell’intero Medioevo. La sua figura, così complessa e sfaccettata, simile nel suo essere controversa alla stessa Ambra Gutierrez che fu protagonista del movimento #meetoo e ispirò il ciclo di vetrate esposto alla Galleria di Arte Moderna di Roma nel 2019, si presta ad alimentare una serie di riflessioni sulle
dinamiche del reale e delle sue molteplici e contraddittorie versioni che caratterizzano tutta la
poetica presente nel lavoro di Mastrovito.

L’installazione di Andrea Mastrovito all’abbazia di Fontevrault