Le suore Sacramentine e la tessitura nel Convento dei Celestini

Attività di tessitura ai Celestini di Bergamo, 1939, Archivio Storico Suore Sacramentine di Bergamo

Nella foto vediamo una Suora Sacramentina nel reparto di tessitura presso il convento dei Celestini.

I rocchetti di filo, i rotoli di tessuto, gli ingranaggi del telaio: sono gli attrezzi del mestiere, quelli che bisogna imparare a manovrare per svolgere bene il lavoro di operaie della tessitura. Le suore Sacramentine negli anni Trenta del Novecento lo insegnavano alle orfane accolte nel Convento dei Celestini.

Un luogo di grande fascino che nel tempo ha avuto tanti diversi utilizzi. È una delle affascinanti storie narrate nella mostra “Donne illuminate. Religiose d’intuito e innovazione nella società bergamasca“ in corso nella chiesa di San Pancrazio, in Città Alta, fino al 26 novembre. Le foto esposte gettano luce su un pezzo di storia della nostra città, declinato al femminile. Parlano infatti di donne coraggiose che nel secolo scorso a Bergamo rivoluzionarono il sistema del welfare, seguendo le intuizioni delle loro fondatrici, esempi di santità incarnata nella vita quotidiana.

Ci accompagna nel viaggio di scoperta di alcune fotografie esposte Veronica Vitali dell’Archivio diocesano.

“Il convento – racconta – , sorto nel sec. XIV su iniziativa del cardinale Guglielmo Longhi, ospitò i Celestini sino alla fine del Settecento. Da quel momento le sue destinazioni furono svariate: ospitò ad esempio alcune classi del Seminario di Bergamo, l’Istituto delle Covertite, l’I.R. Scuola di Educazione Militare Lombarda e l’Ospedale dei contagiosi.

Nel 1937 Ludovico Goisis acquistò i locali per restituire la chiesa al culto e trasformare il convento nella nuova sede dell’Orfanotrofio Femminile di S. Giuseppe affidandolo alle Sacramentine, visto che quello di Campagnola, voluto da suo zio e affidato nel 1898 sempre alle Sacramentine, non era più adeguato.

Il convento dei Celestini, nel 1979 è stata sede della casa provincializia dell’Istituto e tutt’oggi continua ad ospitare gruppi e comunità per giornate di ritiro nella preghiera e nello studio, perseguendo la sua finalità di essere centro di adorazione Eucaristica. Inoltre dal 2012 nel complesso ha sede l’associazione Agathà (frutto dalla collaborazione tra il Patronato San Vincenzo e le suore) che ha attivato una comunità alloggio, in cui vengono accolte ragazze tra i 14 e i 18 anni che si trovano in situazioni di difficoltà”. 

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